Impianti di rivelazione e segnalazione incendi: la risposta con i prodotti Hochiki
Fonte: Punto Sicuro del 17 giugno 2021 e Hochiki Italia
Il capitolo S.7 delle Norme tecniche di prevenzione incendi (Codice di Prevenzione Incendi), come contenute nel Decreto del Ministero dell’Interno del 3 agosto 2015, tratta la problematica della rivelazione e allarme in materia di incendi.
In particolare, nella premessa del capitolo S.7 del Codice, si indica che ‘gli impianti di rivelazione incendio e segnalazione allarme incendi (IRAI), di seguito denominati impianti, nascono con l’obiettivo principale di rivelare un incendio quanto prima possibile e di lanciare l’allarme al fine di attivare le misure protettive (es. impianti automatici di controllo o estinzione, compartimentazione, evacuazione di fumi e calore, ….) e gestionali (es. piano e procedure di emergenza e di esodo) progettate e programmate in relazione all’incendio rivelato ed all’area ove tale principio di incendio si è sviluppato rispetto all’intera attività sorvegliata.
E tali impianti devono essere progettati, realizzati e mantenuti a regola d’arte secondo quanto prescritto dalle specifiche regolamentazioni, dalle norme di buona tecnica e dalle istruzioni fornite dal fabbricante”.
A permetterci di approfondire il tema degli impianti di rivelazione ed allarme è – sempre con riferimento al testo del Codice di prevenzione incendi – la pubblicazione “ La protezione attiva antincendio. Focus sulle misure S.6, S.7 e S.8 del Codice di prevenzione incendi. Controllo dell’incendio. Rivelazione ed allarme. Controllo di fumi e calore” che nasce come risultato della collaborazione tra Inail, Sapienza Università di Roma, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
Gli impianti di rivelazione incendio e segnalazione allarme incendi
Nelle note, il documento ricorda che la rilevazione “è la misura di una grandezza legata ad un fenomeno causato dall’incendio; la rivelazione, invece, è l’apprendimento della notizia che si sta sviluppando l’incendio che viene rivelata al ‘sistema’ (persona o impianto automatico) demandato all’intervento”. Tuttavia le due definizioni “sono spesso utilizzate in letteratura come sinonimi ed in alcune regole tecniche i due termini vengono utilizzati indifferentemente”. In particolare all’interno delle norme tecniche “si fa riferimento al termine rivelazione e laddove è riportato il termine rilevazione esso va inteso come rivelazione”.
Dunque, come indicato a inizio articolo, gli impianti di rivelazione incendio e segnalazione allarme incendi (IRAI) hanno lo scopo “di sorvegliare gli ambienti protetti e di segnalare tempestivamente un incendio, rilevando i fenomeni legati alla combustione, quali fumo e calore”. E’ evidente l’importanza degli impianti IRAI, nell’ambito della sicurezza antincendio, “spiega la massiccia diffusione in moltissimi ambiti lavorativi e non solo. Infatti, l’eventualità di segnalare, il più velocemente possibile, l’innesco di un incendio, fa aumentare la probabilità che lo stesso venga domato con la minima produzione dei danni possibili”.
In particolare, “la sicurezza degli occupanti del luogo nel quale l’incendio si sia innescato è funzione della celerità della rivelazione e segnalazione che consente, il più rapidamente possibile, le operazioni di esodo. Inoltre, la corretta diffusione dell’allarme incendio riduce fortemente i tempi di esodo degli occupanti”.
Un’immagine nel documento riprende la sensibilità ai fuochi standard “EN-54” delle differenti tipologie di rivelatori:
Si indica poi che i sistemi di rivelazione ed allarme incendi “si possono così definire funzionalmente:
• sistema di rivelazione incendi: ‘rivelare un incendio nel minor tempo possibile e fornire segnalazioni ed indicazioni’;
• sistema di allarme incendi: ‘fornire segnalazioni ottiche o acustiche agli occupanti di un edificio’.
E le due funzioni “debbono essere combinate in un unico sistema”.
Inoltre, un’ulteriore differenziazione “può essere fatta tra sistemi fissi automatici di rivelazione d’incendio, che hanno la funzione di rivelare e segnalare un incendio nel più breve tempo possibile, e sistemi fissi manuali di allarme incendio che consentono una segnalazione, nel caso l’incendio sia rilevato dagli occupanti”.
I componenti di un sistema IRAI e i rivelatori d’incendio
Il documento riporta i principali componenti di un sistema IRAI e ricorda che secondo le previsioni della norma UNI 9795 “Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio – Progettazione, installazione ed esercizio” è previsto che un “impianto di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio debba comprendere i seguenti componenti essenziali”:
• rivelatori d’incendio;
• centrale di controllo e segnalazione;
• apparecchiatura di alimentazione;
• dispositivi d’allarme incendio;
• punti di segnalazione manuale.
E altri componenti, “quali il comando del sistema automatico antincendio, i dispositivi di trasmissione dell’allarme incendio, la stazione di ricevimento dell’ allarme incendio, ecc. svolgono funzioni secondarie”.
Ci soffermiamo in particolare sui rivelatori d’incendio segnalando che il dispositivo “ha al suo interno un sensore che continuamente, o a intervalli ravvicinati, controlla un fenomeno chimico-fisico connesso all’incendio e fornisce un segnale correlato alla centrale di controllo e segnalazione”. E i rivelatori possono essere “classificati in base al fenomeno chimico-fisico individuato; si distinguono pertanto:
1. rivelatori di fumo, sensibili alle particelle volatili e agli aerosol dei prodotti della combustione;
2. rivelatori di calore, sensibili all’aumento della temperatura;
3. rivelatori di fiamma, sensibili alla radiazione elettromagnetica emessa dalle fiamme di un incendio”.
Esistono, inoltre, altre tipologie di rivelatori, ad esempio:
• “rivelatori di gas, sensibili ai prodotti gassosi della combustione e della decomposizione termica;
• rivelatori multicriterio, sensibili a più di un fenomeno causati dall’incendio;
• rivelatori per condotte di ventilazione;
• rivelatori laser ad alta sensibilità;
• rivelatori ad aspirazione”.
Come scegliere il rilevatore d’incendio più adeguato
Rimandando alla lettura integrale del documento, che riporta molte altre informazioni relative ai rivelatori d’incendio, ci soffermiamo ora sulla scelta del tipo di rivelatore.
Si indica che la scelta dei rivelatori da utilizzare “dovrà essere effettuata, in primis, in funzione del tipo di fuoco che, presumibilmente, ci si attende si possa sviluppare nell’ambiente e delle caratteristiche di quest’ultimo”. E si ricorda che gli incendi “si dividono tra covanti ed aperti; i primi sono caratterizzati dall’assenza della fiamma e non sono in grado di autoalimentarsi, i secondi sono in presenza di fiamma e si autoalimentano dopo l’accensione”.
In questo senso “l’analisi del tipo d’incendio, covante o aperto, in relazione al combustibile presente nell’ambiente da proteggere, può orientare verso un’oculata scelta del rivelatore d’incendio più idoneo”.
Hochiki e la sua proposta di rivelatori antincendio
In primis, i prodotti CDX di Hochiki offrono una vasta gamma di soluzioni, sia per applicazioni di rivelazione incendio di tipo convenzionale che per sistemi di sicurezza, grazie all’ampio range di tensione di funzionamento.
Propone, anche, un sistema di Rivelazione Lineare di Calore con cavo Termosensibile Hochiki che è progettato per avere una rilevazione precoce di incendio e surriscaldamento in circostanze dove altre forme di rivelazione non possono essere utilizzate, sia per i requisiti dell’ambiente da proteggere che per i costi proibitivi.
Inoltre, Hochiki propone il sistema FIREwave che porta i sistemi di rivelazione incendio e allarmi wireless ad un nuovo livello di affidabilità e flessibilità. Il sistema si avvale delle tecnologie wireless più recenti per un’installazione rapida e allo stesso tempo economica di sistemi antincendio wireless con disagi minimi per gli ambienti circostanti. Esso è ideale per gli edifici storici, luoghi remoti e altri progetti in cui installare il cablaggio di sistemi antincendio è difficoltoso, vietato o eccessivamente dispendioso.