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Porte antincendio: la normativa
Porte antincendio: la normativa

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Porte antincendio: la normativa

8 Maggio 2021 | Autore: Carlos Arija Garcia

 

Nei locali pubblici come nelle abitazioni private una porta antincendio può essere non solo necessaria ma anche obbligatoria. Si tratta di una barriera antifuoco da installare per separare un ambiente in cui potenzialmente si può sviluppare un incendio da un altro o da altri in cui basta poco per scatenare il fuoco. Naturalmente, deve essere fatta con un materiale apposito che impedisca, tra le altre cose, la fuoriuscita delle fiamme e del fumo e che contenga il calore accumulato nel luogo in cui è partito il rogo. Sulle porte antincendio, la normativa è ben precisa e va rispettata per evitare danni alle persone o alle cose.

Tre le caratteristiche principali di una porta antincendio vi sono: la resistenza alle fiamme, l’ermeticità per evitare la fuoriuscita dei gas sprigionati dal fuoco e l’isolamento termico. Insieme, queste caratteristiche compongono l’acronimo EI che serve ad indicare la resistenza al fuoco di un elemento costruttivo come, appunto, lo è una porta antincendio. Vediamo cosa dice la normativa su come deve essere fatta, se ha bisogno di certificazioni, quando è obbligatorio installarla.

Porte antincendio: quali caratteristiche?

La normativa impone che le porte antincendio abbiano le seguenti caratteristiche di base:

  • siano realizzate con materiali in grado di resistere al calore del fuoco e di impedire la propagazione delle fiamme;
  • dividano gli ambienti contigui impedendo il passaggio del fuoco e dei gas che si sprigionano durante un incendio;
  • abbiano una sufficiente capacità di isolamento termico;
  • consentano facilmente la fuga delle persone rimaste nell’ambiente in cui si è sviluppato l’incendio, aprendosi nel modo più semplice possibile;
  • si richiudano automaticamente dopo l’apertura da qualsiasi posizione.

Porte antincendio: come vengono classificate?

Abbiamo fatto riferimento prima all’acronimo EI, che staper ermeticità ed isolamento. Insieme alla sigla, EI viene utilizzato per la classificazione delle porte antincendio. La normativa precedente, la UNI 9723, comprendeva un’altra lettera, cioè la R che indicava la resistenza. Oggi, la norma europea UNI EN 1634 impone che vengano indicate queste lettere:

  • E: oltre all’ermetismo, cioè alla capacità di evitare il passaggio delle fiamme, dei vapori e dei gas dal locale in cui è scoppiato l’incendio a quello adiacente, comprende anche il vecchio concetto di resistenza(vale a dire la vecchia R) che corrisponde alla capacità della porta di mantenere la propria struttura in caso d’incendio;
  • EI, cioè la REIriportata in base alla precedente normativa: indica anche la capacità di isolamento termico, quindi di limitare il più possibile la trasmissione di calore da un locale all’altro.

Insieme a queste lettere, di solito, si trova un numero che esprime in minuti il tempo entro il quale la porta antincendio è in grado di resistere al fuoco. Ad esempio, si può trovare EI 30, EI 60, ecc.

Porte antincendio: dove sono obbligatorie?

La normativa sulle porte antincendio impone che ne venga installata almeno una negli edifici pubblici in cui è previsto un afflusso di persone, come ospedali, uffici o scuole. A livello residenziale, sono prescritte per la chiusura dei garage. Ma una porta antincendio deve essere prevista anche in ambienti frequentati come gli alberghi. Inoltre, è necessario avere una protezione di questo tipo in ambienti come un magazzino in cui è custodito del materiale infiammabile.

Porte antincendio: quali certificazioni?

Le porte antincendio devono essere testate in un laboratorio dedicato ed abilitato dal ministero competente, dopodiché viene rilasciata la certificazione che serve a metterle in commercio. Non è solo la porta vera e propria a dover passare i controlli di sicurezza ma anche tutta l’intelaiatura. È per questo che tutti i componenti devono riportare un’etichetta che attesta l’avvenuto test sulla quale si devono leggere il nome del produttore, la data del controllo, l’ente certificatore, la classe di resistenza ed il numero di produzione.

Ci devono essere, infine, delle particolari guarnizioni in gomma siliconica che si gonfiano con il calore ma non «colano», vale a dire non si fondono e non producono dei fumi tossici. Il materiale con cui vengono prodotte queste guarnizioni resiste fino a 250°.

Le porte devono essere messe in commercio insieme a:

  • una copia dell’atto di omologazione:
  • una dichiarazione di conformità;
  • un librettodi installazione, uso e manutenzione con la periodicità dei controlli, i disegni esplicativi, le avvertenze del produttore, ecc.

L’installatore deve firmare la dichiarazione di corretta posa in opera, mentre l’utilizzatore è obbligato a chiamare del personale qualificato periodicamente per il controllo e la manutenzione della porta antincendio in base a quanto riportato sul libretto.

Per ottenere il certificato di prova, occorre seguire questa procedura:

  • il produttore invia ad un laboratorio abilitato l’istanza e la documentazione tecnica relativa alla porta da testare;
  • il laboratorio controlla la documentazione e chiede che vengano inviati entro 30 giorni i campioni da testare;
  • ricevuti i campioni, il laboratorio iscrive la pratica ed effettua le prove di resistenza al fuoco. Entro 90 giorni dalla data di iscrizione della pratica, invia il certificato di prova.

Per ottenere l’omologazione, occorre invece che:

  • il produttore invii l’istanza all’area di protezione della Direzione centrale per la prevenzione di incendi del ministero dell’Interno, insieme al certificato di prova originale;
  • l’area di protezione dà il via alla procedura amministrativa e chiede al produttore il pagamento della pratica;
  • una volta inviato il documento che attesta il pagamento, entro 60 giorni, al produttore viene rilasciato l’atto di omologazione della porta.

Questo atto riporta le variazioni consentite dalle norme UNI-CNVVF 9723/FA1 e UNI EN 1634-1 relative:

  • alle dimensioni della porta rispetto al prototipo omologato;
  • alle dimensioni della specchiatura eventualmente contenuta nella porta;
  • alla tipologia;
  • ai limiti delle variazioni geometriche della specchiatura;
  • alla battuta della porta.

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