La progettazione degli impianti antincendio è regolamentata dalla norma UNI 9795 che stabilisce i criteri standard per il posizionamento dei sensori e dispositivi di segnalazione e si delinea come riferimento portante del settore dell’antincendio; nell’ultimo decennio questo settore è stato travolto da un processo innovativo che si traduce in nuove norme di riferimento.
Il 2 dicembre 2021 l’Ente Italiano di Normazione ha pubblicato la sesta edizione della norma UNI 9575 dal titolo ‘’ Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio. – Progettazione, installazione ed esercizio’’, a sostituzione della precedente versione del 2013.
La revisione è stata affidata alle commissioni dell’UNI ‘’Protezione attiva contro gli incendi’’ è ‘’Sistemi automatici di rivelazione di incendio ’’ con l’obiettivo di assicurare una rilevazione del principio d’incendio nel minor tempo possibile attraverso allarmi sonori e luminosi e l’attivazione di un efficace piano di intervento per consentire un più tempestivo esodo delle persone.
La norma, infatti, delinea i criteri per la progettazione, installazione e esercizio dei sistemi fissi automatici di rivelazione, segnalazione manuale e di allarme antincendio e può essere applicata a sistemi collegati o meno ad impianti di estinzione o ad altro sistema di protezione di nuova progettazione, da installare in qualsiasi edificio, indipendentemente dalla destinazione d’uso.
Rispetto a quella del 2013, la nuova edizione dell’UNI 9795 contiene delle importanti novità riguardo l’aggiornamento e semplificazione dei riferimenti normativi e l’inserimento di definizioni e illustrazioni esplicative per garantire una maggiore applicabilità delle regole.
Di seguito sono riassunte le principali novità.
Sono stati fatti degli accorpamenti per far meglio comprendere determinati passaggi troppo complicati della precedente norma e sono stati inglobati tutti i termini e definizioni presenti nell’ UNI TR 11694 e 11607 (inerenti la progettazione, installazione, messa in servizio, verifica funzionale e l’esercizio rispettivamente dei sistemi di rivelazione fumo ad aspirazione e degli avvisatori acustici e luminosi di allarme incendio) e per alcuni di essi sono stati inseriti esempi, disegni, figure, prospetti e legende esplicativi, per dare maggiori informazioni sull’area, il raggio o il punto di copertura. Sono stati inoltre rivisti i requisiti relativi agli elementi di connessione e le indicazioni per la verifica dei sistemi.
È stato inserito il nuovo schema della UNI EN 54:2021 : la figura 1 dell’ UNU 9795 è costituita da uno schema a blocchi di quelli che sono i componenti di un impianto di rivelazione antincendio automatico, la novità è il blocco 1M che sarebbe la centrale evac messa allo stesso livello della centrale B. Altra novità è stata l’inserimento di P, in quel blocco le segnalazioni erano solo vocali e acustiche, ottiche e tattili, con l’aggiunta di P invece sono state inserite le segnalazioni vocali comandate direttamente dalla centrale Evac (M); questo perché esistono degli apparati di segnalazione vocale altoparlanti che hanno incorporato il lampeggiante. M non può trasmettere la segnalazione di allarme E a una centrale di ricezione remota F o andare a comandare gli impianti di protezione attiva contro l’incendio. Può invece trasmettere una segnalazione di guasto, che potrebbe essere proprio della centrale Evac.

Una delle novità dell’ UNI 9795 riguarda la modifica dei criteri di montaggio dei rivelatori su soffitti: non si parla più di protezione di soffitti e controsoffitti in funzione di altezza, larghezza o lunghezza, ma un controsoffitto deve essere protetto e sorvegliato dai rivelatori se è rivestito al suo interno con materiale non più di classe A1A1fl, ma di classe A2A2 fl (secondo la UNI EN 13501-1) , se al suo interno i cavi per sistema di emergenza non sono resistenti al fuoco per almeno 30 minuti o se non contengono rifiuti, materiali combustibili e cavi elettrici, ad eccezione, per questi ultimi, di quelle strettamente indispensabili all’utilizzazione dell’illuminazione dei locali.
Altro cambiamento molto importante riguarda l’adeguamento dell’altezza per la quale un controsoffitto viene ad essere considerato tale: fino alla scorsa edizione della norma era preso in considerazione 1 metro, questa dimensione è stata omologata a tutte le altre normative europee e mondiali sino ad un metro e mezzo. Per altezze superiori al metro e mezzo valgono le regole date per i locali. Un’ ulteriore modifica rispetto alla precedente edizione dell’UNI 9795 prevede la suddivisione delle aree controllate in zone : negli impianti convenzionali per zona si intende la zona fisica in cui non è possibile porre rivelatori e pulsanti sotto la stessa zona, ma in questo caso è stata fatta un’ aggiunta nei sistemi indirizzati: sull’anello loop è possibile porre qualsiasi elemento che sia rivelatore ottico, rivelatore termico, pulsanti a patto che tutti questi componenti , comprese le segnalazioni, debbano essere su zone logiche differenti.
Di seguito un esempio:

Nella nuova versione della norma si parla anche di un nuovo approccio al calcolo delle superfici di protezione per i rivelatori di fumo o calore.
Riguardo i rilevatori puntiformi di calore è stata cambiata l’altezza massima di posizionamento, non più di 8 metri, ma di sette metri e mezzo con la classe A1 e 6 metri la classe A2. Inoltre, è stata inserita una precisazione riguardo la posizione del rivelatore che deve essere posto in posizione perpendicolare al pavimento e non parallelo alla falda per preservare il grado di protezione IP, questa precisazione è valida anche per soffitti piani.
Sono state anche modificate le altezze per i rivelatori puntiformi di fumo: nella precedente norma era riportato che per altezza superiore ai 12 metri il rivelatore poteva essere utilizzato come applicazione speciale e non obbligatorio per la presenza del rivelatore a doppia ionizzazione (non più utilizzato), in questa norma invece si è deciso di adeguarsi alle norme europee mantenendo l’altezza massima a cui porre il rivelatore a 12 metri.
Modificate le distanze dal soffitto: sono state inserite delle indicazioni su una misura massima e minima entro il quale andare a porre il rivelatore.
La nuova UNI 9795 prevede anche nuove indicazioni per diverse tipologie di sensori:
- Sono state inserite indicazioni per la protezione di velette in capannoni e superfici di vendita: viene stabilito se deve essere protetta solo sopra o anche sotto in funzione della sua larghezza, lunghezza e superficie. Nello specifico i rivelatori non devono essere installati al di sotto dei controsoffitti a griglia aperta principalmente se l’apertura costituisce almeno il 70% dell’area del materiale del soffitto.
- Modificate le indicazioni date per gli ambienti con forte ricambio d’aria: i valori sono stati uniformati alle normative europee.
- una parte che ha subito importanti modifiche è quella relativa ai rivelatori lineari di calore sia ripristinabili che non. In riferimento ai rivelatori lineari non ripristinabili, utilizzati per la protezione di oggetti che possono portare ad un incendio per surriscaldamento improvviso o continuo, è stato specificato che laddove sia prevista la rivelazione lineare di una passerella cavi, essa è da intendersi come protezione ad oggetto e non di ambiente perché qualora si vada ad utilizzare questo tipo di cavo termosensibile non ripristinabile per protezione ad ambiente va posto a soffitto e non sulla passerella cavi perché in quel caso si limiterebbe ad una protezione cavi.
Per quanto riguarda i rivelatori di calore ripristinabili è stata fatta una distinzione tra quelli con rivelazione lineare con (sistemi di fibra ottica) o senza integrazione (sistemi pneumatici ad aria) e quelli multipunto (cavi con sensori integrati). Per i rivelatori lineari siano essi di tipo ripristinabile o meno è stato dato il raggio di copertura:
- 4.5 metri per quelli di tipo ripristinabile e quindi è pari a un rilevatore puntiforme
- 3 metri per quelli di tipo non ripristinabile
Sono state date anche le altezze massime a cui porre i rivelatori, in questo caso con una differenziazione tra lineare di tipo ripristinabile e non ripristinabile, con integrazione o senza integrazione.
- Per quanto riguarda i rilevatori multisensore, nella norma precedente era utilizzato come raggio di copertura di riferimento quello dei rivelatori termici per mancanza di certificazione. Nella UNI 9795 viene detto che nel caso in cui il l sensore abbia una certificazione, ma un rapporto di prova che attesti la conformità alla UNI EN 54-29 e 54-31 può avere un raggio di copertura pari a un rivelatore puntiforme di fumo, nel caso in cui abbia un rapporto di prova che attesti la conformità alla UNI EN 54-30 sarà invece con raggio di copertura pari a quello del rivelatore puntiforme di calore
- il sistema ASD deve rispettare i termini già specificati nella precedente norma, ad eccezione per ambienti con superficie minore di 20 metri quadri in cui è possibile avere un’unica macchina per ambiente, controsoffitto e sottopavimento; l’importante è che siano tra loro paralleli e non sfalsati
- Sono state inserite indicazioni sulle prove da effettuare con generatori di fumo atossico, nello specifico sono state definite le caratteristiche che questi generatori devono avere: devono poter emettere aerosol polidisperso e stabile contenente paraffina di buona qualità, ma soprattutto l’aerosol generato non deve mai eccedere l’oscuramento di 2 db/m limite massimo alla quale la prova si interrompe
- è stato specificato che in caso di attivazione del sistema vocale devono cessare le segnalazioni acustiche, mentre è ammessa la prosecuzione delle segnalazioni ottiche
La norma ha chiarito anche come deve essere il collegamento ad una centrale di ricezioni allarmi quando non è sotto costante controllo da parte del personale addetto in loco, in particolare ha specificato che in caso di impianti antincendio non presidiati H24, per essere a norma, devono essere collegati ad una control room certificata attraverso un combinatore telefonico UNI EN 54-21 e UNI CEI EN 50518.
Per quanto riguarda la parte relativa ai cavi c’è stato un aggiornamento e semplificazione dei criteri di scelta, nello specifico si sono prese in considerazione tutte le indicazioni date dalla CPR (regolamento dei prodotti da costruzione), per cui le connessioni del sistema rivelazione incendio devono essere progettate e realizzate con cavi idonei al campo di applicazione, alla tensione di esercizio richiesta e alla specifica caratteristica di reazione al fuoco.